sabato 9 febbraio 2019

Giuseppe Ungaretti e l'ermetismo



La poesia ermetica fu così chiamata nel 1936 dal critico letterario F. Flora il quale utilizzando l'aggettivo ermetico volle definire un tipo di poesia caratterizzata da un linguaggio difficile , ambiguo e misterioso. 

Gli ermetici con i loro versi non raccontano , non descrivono , non spiegano , ma fissano sulla pagina dei frammenti di verità a cui sono prevenuti in momenti di grazia , attraverso la rivelazione poetica e non con l' influenza della ragione . I loro testi sono composti da poche parole , che hanno un'intensa carica simbolica. 

Gli ermetici si sentono lontani dalla vita sociale , l'esperienza della prima guerra mondiale e del periodo fascista li ha condannati ad una grande solitudine morale, la quale li confina in una ricerca poetica riservata a pochi e priva di impegno sul campo politico. 

La poesia ermetica si distingue per l'uso evocativo della parola, dell'analogia. 

I temi ricorrenti si possono riassumere in a) ricerca del significato della vita attraverso l'indagine interiore della propria esistenza b) portare alla luce frammenti di esistenza, di vita e di natura c) visione non ottimista della vita stessa attraversata dal "male di vivere", quindi poesia ad alto contenuto filosofico. 

Sono considerati ermetici Montale, Quasimodo, Saba, mentre Ungaretti è generalmente indicato come il caposcuola dell'Ermetismo.




Analisi delle poesie di Ungaretti
Le poesie di Ungaretti, sono molto diverse da quelle degli altri poeti. Esse, infatti, sono molto brevi, a volte composte da una sola frase, mancano di punteggiatura ed è molto importante il titolo. 

  • Poesie brevi: le poesie di Ungaretti sono brevi; infatti l’autore è un poeta ermetico. Questa forma letteraria, difatti, dà poca importanza alla lunghezza della poesia, esaltando invece le emozioni forti, a volte molto evidenti, a volte nascoste. 
  • Mancanza della punteggiatura:la mancanza della punteggiatura dà alla poesia un senso di dolore.  Anche gli spazi tra una strofa e l’altra sono importanti: danno alla poesia un ritmo simile ad un singhiozzo. 
  • L’importanza del titolo: il titolo, nelle poesie ermetiche, è molto importante. In esse, infatti, è racchiuso tutto il significato della poesia, e, a volte, ne è racchiusa la morale.
  • Isolamento delle parole: il poeta isola delle parole in un verso per dargli più risalto e valore evocativo
  • Abbandono della metrica:  la poesia ermetica vuol rinnovarsi rispetto a quella precedente ed abbandona completamente le regole metriche e la rima
  • Figure retoriche: fa grande uso di figure retoriche di significati, come metafore, sinestesia, analogia per dare alle parole una maggiore forza evocativa, che attraverso queste strategie suscitino nell'autore un forte significato
  • Carattere diaristico: le poesia scritte durante la guerra mondiale hanno carattere diaristico, cioè viene riportato il luogo e la data di composizione


 


Poesia "Fratelli" di G.Ungaretti
Parafrasi
Fratelli, a quale reggimento appartenete?
La parola fratelli trema nella notte, come una foglia appena nata.
Nell’aria della notte, lacerata da scoppi e lamenti, c’è un’involontaria rivolta dell’uomo, consapevole della propria fragilità.


Spiegazione e commento
La guerra nel Carso è fonte di grande ispirazione per Ungaretti, il quale scrive in trincea diverse poesie, prima apparse sulla rivista «Lacerba» nel 1915 e poi pubblicate, nel dicembre 1916, nella raccolta Il porto sepolto: il diario dal fronte. A queste poesie se ne aggiungono altre, confluite prima nella raccolta Allegria di naufragi del 1919, poi nell’edizione dell’Allegria del 1931 e, con altre varianti, in quella definitiva del 1942.

I soldati, avendo sempre davanti ai propri occhi immagini di morte, sono ben consapevoli di quanto siano fragili, tuttavia riescono anche a comprendere che la caducità è una caratteristica peculiare dell’intera condizione umana e accomuna tutti gli uomini in un sentimento di dolorosa fraternità. Gli uomini prendono coscienza di ciò e desiderano ribellarsi all’orrore della guerra attraverso un’”involontaria rivolta” che possa permettere loro di tornare gradualmente alla vita.

Genere: Poesia lirica
Forma metrica: versi liberi 
Figure retoriche:
Analogie: vv. 3-4: “Parola tremante/ nella notte”; v. 5: “Foglia appena nata”; vv. 6-9;
Enjambements: vv. 1-2; vv. 3-4; vv. 6-7; vv. 7-8; vv. 8-9;
Metafora: “v. 6: aria spasimante”.


Poesia "San Martino del Carso" di G.Ungaretti
Parafrasi
Sono rimasti soltanto alcuni pezzi di muro di queste case; non è rimasto neppure questo dei tanti che contraccambiavano il mio affetto. Ma nel mio cuore non manca nessun ricordo: è proprio il mio cuore il posto più lacerato e addolorato.

                                   Spiegazione e commento
San Martino del Carso tratta degli effetti devastanti della guerra, che non risparmia nulla, dello strazio che la morte porta nel mondo e nel cuore del poeta. All’inizio prevale l’immagine della distruzione del paese, ormai fatto solo di macerie di rovine; poi, il poeta si focalizza maggiormente sul proprio stato d’animo:Ungaretti, come gli è tipico, trova una forte analogia tra le immagini del mondo esterno e il sentimento interiore del suo cuore. La condizione del paese devastato è, infatti, del tutto analoga a quella del cuore del poeta, come confermano i due versi finali. Il ricordo degli amici scomparsi è presente e vivo nel cuore del poeta e vi rimarrà per sempre: ciò che rimane in mezzo a tanta distruzione senza speranza è proprio il cuore del poeta e il suo dolore, che ha il potere di redimere quell’ umanità che sembrava perduta, di ricostruire nel cuore addirittura un “paese”, quel paese che sembrava irrimediabilmente distrutto. Il fatto che degli amici deceduti non sia rimasto nulla, neanche un “brandello”, è indice di una devastazione ancor più totale e profonda di quella del paese.

La lirica è essenziale e priva di punteggiatura, per isolare ed esaltare le singole parole; si basa tutta su una serie di contrapposizioni: di San Martino resta qualche brandello di muro, dei morti cari allo scrittore non resta nulla; San Martino è un paese straziato, più straziato è il cuore del poeta.
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: quattro strofe diseguali di versi liberi 
Figure retoriche:
Metafore: “qualche brandello di muro” (v. 4); “nessuna croce manca” (v. 10); 
Analogia: “è il mio cuore il paese più straziato” (v. 12);

“Veglia” di Giuseppe Ungaretti


Parafrasi 

Ho passato una notte intera
sdraiato vicino a un compagno ucciso,
la bocca contratta dalla morte
rivolta verso la luna piena
il rossore e il gonfiore delle sue mani
che penetrano nel mio intimo
proprio in quel momento ho scritto
lettere piene d’amore.
Non mi sono mai sentito
così tanto attaccato alla vita.

Spiegazione e analisi

La poesia è composta di due strofe, la prima di 13 versi e la seconda di 3 versi. Si tratta di versi liberi e nel testo ci sono delle rime. La pausa che divide la prima dalla seconda strofa serve ad enfatizzare il sentimento potente di attaccamento alla vita provato dal poeta.
In questa poesia l’atmosfera è creata dalla presenza della luna,che è probabilmente l’ultima cosa contemplata dal soldato, compagno di Ungaretti, che ormai ha perso la vita brutalmente. La sofferenza è data dai denti digrignati e dalle mani rosse e gonfie, gli occhi rivolti alla luna quasi a domandare: perché? Perché la morte, perché la sofferenza.
Intanto Ungaretti è lì, accanto al corpo, che veglia il compagno e vede da vicino la morte: violenta, mostruosa, brutale, permanente. Proprio in quel momento emergono sentimenti positivi nel poeta, in contrasto con la morte che vede lì, palese; la bellezza della vita spinge Ungaretti a cantarne le gioie scrivendole.
Sul finale lo slancio positivo di Ungaretti che, proprio perché davanti ai suoi occhi vede chiaramente la morte e lo strazio che ne deriva, ama la vita più che mai.


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